"La città dell'amore" è un progetto di lettura di articoli di cronaca nera del veronese su musiche originali. Alle registrazioni hanno partecipato otto diversi artisti estrapolati dai mondi della canzone, della radio, dell'audiodocumentario. L'adesione alle fonti è stringente, senza aggiunta di alcun tipo di commento verbale.
Nell'arco di un'ora, ciascuna vicenda viene resa all'ascoltatore secondo l'interpretazione scelta dallo speaker, di volta in volta in linea o in contrasto con il registro adottato dal giornalista: il senso del macabro, l'attinenza ad uno scenario di prove scientifiche, la descrizione del clima emotivo di famigliari e conoscenti delle vittime, la raccolta delle opinioni a caldo dei passanti, il responso ufficiale delle autorità pubbliche, il suggello spirituale degli esponenti religiosi al momento del rito funebre.
Le musiche originali, di matrice rock, rispondono alle stesse suggestioni, contraendo i ritmi nel recuperare sottotesti strazianti, enfatizzando i momenti di sacralità con atmosfere magniloquenti e progressive, ricreando per mimesi i jingle di un telenotiziario, al fine di focalizzare l'attenzione su quello che sfugge nella lettura, spesso rapida e sbadata, di una notizia sul giornale. Nella sequenza dei brani si incontra anche un momento di riflessione sulla musica stessa ed il suo ruolo, prendendo le mosse dal caso di un concerto di un gruppo musicale al quale viene interdetta l'esibizione, a causa dei contenuti estremi e dissacranti, ritenuti pericolosi per l'ordine sociale.
Qual è il ruolo dello spettatore dei fatti di cronaca, aldilà di tutte le deontologie? Qual è il limite oltre al quale il coinvolgimento emotivo è autoreferenziale, sospinto da artifici narrativi e retorici che rischiano di diventare mistificazione e proditoria cattura dell'attenzione? Quand'è che invece la cronaca assolve correttamente il proprio dovere, pur affondando il bisturi in tempo reale nei sentimenti vivi e palpitanti di vittime, delle persone a loro vicine, degli osservatori diretti ed infine del pubblico di massa, presumibilmente lontano e distaccato? Esistono un voyeurismo virtuoso ed un altro condannabile, moti dell'animo sottilmente intercambiabili, che sfumano dalla condanna, alla curiosità morbosa, e nei casi limite sfociano nella fascinazione collettiva, conclamata dalle quote di consenso sociale riguardo alla cronaca di fatti delittuosi, ma mai nitidamente descritta nei suoi moventi? È possibile che anche nel raccontare storie descritte come contingenze eccezionali si seguano dei canovacci preordinati, finendo non nel narrare singole vicende, ma arrivando ad alimentare un filone a sé stante che spesso si confonde con la fiction? Qual è il vero silenzio che alla fine resta una volta che si sono spenti i riflettori: è quello del rispetto consapevole o quello dell'incomunicabilità in quanto tale, scevra dai fragili alibi della sbandierata compartecipazione emotiva, della pietà seriale, della presupposta appartenenza ad un gruppo? Che valenza dare all'ostracismo nei confronti degli autori dei delitti, sui quali comprensibilmente si sfogano i giudizi morali, quando il contesto nel quale avvengono passa ad elemento di contorno, o per converso viene elevato a dimostrazione dell'inspiegabilità degli eventi, in virtù della sua apparente normalità?
"La città dell'amore", condensa tutti questi interrogativi nel titolo, spingendo lo spettatore a confrontare le due facce della medaglia: una città che si è largamente affermata come centro di interesse per l'evento di San Valentino (in virtù dell'ancestrale retaggio shakespeariano) e le concrete declinazioni dei sentimenti positivi che in quell'occasione vengono evocati, trasformati da pura astrazione a fonte di benessere materiale, nel momento in cui degenerano nel più estremo dei linguaggi: la violenza. Per una retrospettiva dei fatti che nelle intenzioni vuole lenire il vuoto incolmabile, quello che separa l'inconsueto dalle certezze radicate e che perciò muove la collettività a frugare in armamentari ideali rudimentali, scontati e consequenziali.
"La città dell'amore" indica e suggerisce la presenza del vuoto che sussiste fra il sogno turistico e l'incubo sociale. Il progetto, come ogni reinterpretazione problematica della realtà affidata alle forme espressive, esamina il sottobosco del non-detto, del passaparola interpersonale, dei commenti sbadati e li rielabora per dare forma alla portata dei drammi e delle risonanze da questi causate. Sta allo spettatore cogliere il senso di questa retrospettiva, guardando agli stessi articoli, già replicati in migliaia di copie, armato solo della propria coscienza, delle proprie risposte, delle proprie difese, perché in futuro, ritrovandosi nella stessa situazione, sia propenso a guardarsi dentro, oltre che ad accettare passivamente le descrizioni dei fatti.
Con la partecipazione di (in ordine di apparizione):
Elena Sauro
Gianluca Giusti
( http://www.trovarobato.com/mariposa.html )
Michele Altobelli
( http://www.radiopopolareverona.it/ )
Jonathan Zenti
( http://www.suoniquotidiani.it/ )
Luca Zevio
( http://farabrutto.wordpress.com/ )
Franco Manzini
( http://www.manzanilla.it/reginamab )
Gianmarco Mercati
( http://www.manzanilla.it/uacs )
Cristina Guardini
( http://www.myspace.com/meandthedevils )
Da un'idea di e con le musiche di:
Alessandro Longo.
Foto: Michele Bergamini.
www.manzanilla.it
"Suggestiva l’idea avuta dalla casa discografica veronese Manzanilla con il progetto “La città dell’amore”: raccontare in otto tracce rock storie di cronaca nera avvenute realmente nella provincia Scaligera. Gli interpreti cambiano di volta in volta e anche solo leggendo i titoli si ha un’idea di come è impostato il lavoro.
1. La disperazione delle ultime ore
2. Ora sei un angelo e ci starai vicino
3. Prima strangolate e dopo sgozzate
4. Due persone per bene e i bambini erano felici
5. Zittita la “band di Satana”
6. Strangola la moglie e soffoca il figlio
7. La verità dell’assassino
8. Fiori bianchi per…, bimba solare
La prima storia raccontata in “La disperazione delle ultime ore” è quella di due amanti che, dopo aver passato tutta la notte in macchina, aspettano le prime ore del giorno per uccidersi. La voce fredda di Elena Sauro fa gelare il sangue nelle vene (questa sensazione è costante per gli otto pezzi) grazie anche alla base che va scemando intorno all’ultimo minuto conferendo importanza al finale.
Non sono solo le storie di coppie ufficiali o clandestine a comporre il progetto: “Ora sei un angelo e ci starai vicino” racconta di un diciottenne ucciso a Gardaland per una tragica fatalità, sette minuti dedicati alla cerimonia funeraria con qualche citazione direttamente dall’omelia e dai discorsi tenuti dai presenti. Un brano molto toccante che ha come valore aggiunto l’atmosfera sofferta che si viene a creare per via delle sonorità cupe.
Madre e sorella sono le protagoniste di “Prima strangolate e dopo sgozzate” che si differenza dai brani precedenti sia per la “leggerezza” dell’interpretazione (quasi fosse l’autrice del delitto stesso a raccontarla visto che come scopriremo all’inizio sembrava quasi assente durante l’interrogatorio e dipendente da psicofarmaci ) che per la base fatta quasi interamente da rumori salvo poi progredire con un suono più deciso.
“Due persone per bene e i bambini erano felici” il professionale Jonathan Zenti ci fa riflettere su cosa può spingere l’essere umano ad uccidere nonostante abbia una “vita normale” a detta dei vicini di casa.
Viste le atmosfere sinistre e il tema costante della morte su cui è stato costruito l’intero programma, non poteva mancare un pezzo sulla musica del Demonio e perciò fa ingresso “Zittita la ‘band di Satana’”dove “zittita” sta per concerto annullato dopo le pressioni fatte dai Papa boys e delle autorità locali. In “Strangola la moglie e soffoca il figlio” i tempi sono ben scanditi dal suono della batteria e della chitarra che danno ancora più un aspetto teatrale alla narrazione della vicenda.
“La verità dell’assassino” è forse il brano più irruento di tutto album, ma anche il più variegato a livello di suono: si passa da momenti in cui la voce è sopraffatta dalla base ad altri dove sparisce del tutto.
Il tono solenne e toccante di Cristina Guardini con le atmosfere malinconiche di “Fiori banchi per…., bimba solare” chiudono l’album.
Quando mi hanno proposto di fare la recensione, non sapevo nulla al riguardo e non avevo neanche mai pensato ad un accostamento simile, ma devo dire che già dal primo ascolto l’ho trovato molto interessante oltre che originale; ben curato poi il contrasto tra titolo e contenuti (sicuramente fa guadagnare un punto in più).
Valentina Pesenti"
LINK ARTICOLO
BRAINSTORMING MAGAZINE:
SITO
FACEBOOK
TWITTER
(data: 19.11.12)
"Wow! Album bello tosto questo di Alessando Longo e soci.
Per dirla con le parole prese dalla presentazione del lavoro/progetto:
«Otto casi di cronaca nera. Otto canzoni. Otto voci. Una città».
Otto brani che consistono nella lettura di altrettanti articoli giornalistici relativi a casi di cronaca nera avvenuti a Verona (la città dell’amore, appunto…) e provincia.
Otto voci (rispettivamente: Elena Sauro, Gianluca Giusti, Michele Altobelli, Jonathan Zenti, Luca Zevio, Franco Manzini, Gianmarco Mercati e Cristina Guardini. Bravi davvero.) che leggono ed interpretano – ognuna a suo modo – il nero inchiostro dei quotidiani.
Parole fredde e realistiche che dipingono le macabre immagini di tristi storie, qui usate per denunciare come ormai non ci sia più alcun limite o pudore nel presentare le notizie. Nessun rispetto per le vittime o per i parenti, solo volontà di catturare lettori/spettatori, come possiamo constatare personalmente giorno dopo giorno su tutti i media. Come cita il Press-Kit: “L’esibizione di cadaveri su giornali e televisioni è divenuta una pornografia socialmente accettabile. E anche il senso del macabro è stato spogliato della propria sacralità“.
I testi sono pronunciati su un ottimo tappeto musicale costruito Ad Hoc per accompagnarsi perfettamente alle parole al fine di sottolinearne la drammaticità. Le musiche sono davvero di qualità e purtroppo rischiano di diventare esclusivamente funzionali alla notizia, passando in secondo piano rispetto ai testi.
Seppure non si tratti del solito album da ascoltare tutti i giorni, magari distrattamente mentre svolgiamo le solite azioni quotidiane, il risultato è molto suggestivo ed encomiabile.
Ideatore del progetto e autore delle musiche è Alessandro Longo, con cui mi sento di complimentarmi non solo per l’ottima sensibilità musicale, ma anche per aver avuto il “coraggio” di affrontare un progetto così ambiziosamente ostico, tanto per genere (Reading), quanto per contenuto.
Raul"
LINK ARTICOLO
CERCA HEADCLEANER SU:
FACEBOOK • TWITTER • YOUTUBE • REVERBNATION • FEED RSS
(data: 27.08.12)
"AAVV – La città dell’amore (Spoken – Manzanilla MusicaDischi)
La città dell’amore è un progetto molto particolare partorito dalla mente di Alessandro Longo dove il perno principale ruota attorno ai fatti di cronaca nera avvenuti nella città di Verona. La città amata, la città dove si è nati, la città di Romeo e Giulietta e dell’amore che fa male, tanto da ammazzare. In questo lavoro otto voci narreranno in otto casi di cronaca nera avvenuti in città e scelti accuratamente per far emergere contraddittore emozioni nell’ascoltatore. Spoken word con basi strumentali che si alternano in un universo freddo e urbano che non può far altro che far venire alla mente certe strutture post-punk o new-wave. In tutte le otto tracce, la base riesce a miscelarsi sapientemente con i testi freddi e chirurgicamente precisi, tanto da vincolare e porre in secondo piano la voce. Voce che nella maggior parte dei casi riesce ad essere convincente e funzionale allo spirito del progetto. Punte massime raggiunte con Gianmarco Mercati (Ultimo Attuale Corpo Sonoro) e Cristina Guardini (Me and the Devils). Una città. Otto voci. Otto canzoni. Otto casi di cronaca nera.
di Fabio La Donna
LINK ARTICOLO (data: 21.08.12)
"Davanti ad un progetto del genere non si può passare oltre. La città dell'Amore è qualcosa che mette in gioco il ruolo della musica come propulsore della reazione e riflessione sociale; attenzione, non c'è della morale o delle altezzose conivinzioni: siamo di fronte ad un lavoro che porta discussione e al ragionamento su determinate problematiche in connessione alla realtà che viviamo e quella che spesso viene proiettata. Ma prima di andare oltre, facciamo qualche piccolo nota riguardante quesyo progetto.
Dietro questa raccolta c'è Alessandro Longo, pensatore dell'opera e autore di tutte le musiche. L'idea sta nella lettura di 8 articoli di cronaca riguardanti la città di Verona, con appropriato sottofondo musicale, letti da personaggi diversi, di estrazione varia (radio, musica, ecc.): Elena Sauro, Gianluca Giusti, Michele Altobelli, Jonathan Zenti, Luca Zevio, Franco Manzini, Gianmarco Mercati, Cristina Guardin. Ognuno di loro arricchisce la lettura con un'interpretazione singolare che da vigore e concretezza all'articolo e permette a da all'ascoltatore la possibilità di esplorare un'altra dimensione dell'articolo e del fatto in questione. Gli obiettivi sono essenzialmente due: analizzare il ruolo della cronaca nera da tutti i suo punti di vista (spettatore, stampa, ecc.) e far emergere il contrasto territoriale veronese, città dell'amore nell'immaginario collettivo in rapporto ai fatti angosciosi accaduti.
Ma non vi è solo contenuto e significato in quest'opera: c'è anche una consistente ed interessante parte sonora che attraversa vari campi del rock. Nel primo pezzo la lettura è fredda e agghiacciante: La disperazione delle ultime ore si appoggia su un post-rock consistente e pieno, tirato solo nell'ultimo minuto. Ora sei un angelo e ci starai vicino, tra i pezzi più convincenti, è più teatrale e infatti anche la musica è più solenne e tesa e l'atmosfera è più cupa anche nelle sonorità, soprattutto per l'uso minimale e secco degli strumenti.
L'ironia, attraverso una lettura quasi distratta, caratterizza Prima strangolate e poi sgozzate: musicalmente parlando il contrasto è netto, in quanto la direzione è quello di un dark-ambient con influenze rumoristiche. Solo nel finale il suono prenderà consistenza lanciandosi in una bella progressione "gotica". Quest'ultimo aspetto della musica verrà ripreso in maniera più contenuta in Strangola la moglie e poi soffoca il figlio, che vede ancora una volta un'interpretazione teatrale plateale. Una linea più seria è scelta invece per Due Persone per bene ei bambini erano felici, un altro pezzo notevole, che riprende la trama noise su strutture post. La vetta dell'album è toccata con Zittita la band di Satana, che sis viluppa su due linee sonore: una nervosa e irrequieta e l'altra più dilatata che si amalgamano in modo perfetto con la lettura "accademica" dell'articolo.
L'irruenza controllata di La Verità dell'Assassino e il malinconico minimalismo di Fiori Bianchi per..., una Bimba Solare, chiudono il disco. Un lavoro che colpisce per la sua immediatezza del messaggio ma anche per la sua struttura elaborata che ha dato un altro tono a queste storie. Chapeau.
Nicola Orlandino"
LINK ARTICOLO (data: 29.06.12)
“Otto casi di cronaca nera. Otto canzoni. Otto voci. Una città.”
Alessandro Longo e Verona, la città dell’amore. Ovvero: come strappare degli articoli di cronaca nera alla fredda e terribile quotidianità restituendoli al lettore (per l’occasione anche ascoltatore) in una nuova forma espressiva. Quello de “La città dell’amore” è un reading musicale che si avvale delle voci di Elena Sauro, Gianluca Giusti, Michele Altobelli, Jonathan Zenti, Luca Zevio, Franco Manzini, Gianmarco Mercati e Cristina Guardini per raccontare con tono ora distaccato, ora grottesco certe crude realtà di cui spesso ci interessiamo superficialmente, con una punta di macabro voyeurismo, per poi magari dimenticarle come se fossero storielle qualsiasi. A dispetto di titolo e copertina, le musiche ossessive, angoscianti, pulsanti e a tratti ipnotiche di questi otto brani sembrano dilatarsi in un vuoto nero pece, lo stesso vuoto lasciato da quelle tragedie esposte al pubblico con un’artificiosa dovizia di particolari votata al solo scalpore mediatico. Attraverso generi di riferimento quali post-rock, post-punk e new wave Longo ha saputo proporre un progetto unico, aperto a più interpretazioni ma allo stesso tempo non per tutti, forse per la durata consistente o più probabilmente perchè, dopotutto, è sempre più comodo pensare a Verona come la città di San Valentino e di Romeo e Giulietta…
Dario Gambuto
LINK ARTICOLO (data: 21.03.12)
"noise reading. Otto articoli di cronaca nera, selezionati e narrati da altrettante voci, musiche di Alessandro Longo, il braccio e la mente di questo progetto. La città dell’amore vuole inscenare qualcosa di diverso. Raccontare, rievocare, rimettere in vita storie tristemente inghiottite dall’oblio. Un cantato recitativo - debitore della lezione dei Massimo Volume -, sonorità rumorose sorrette da impalcature e dinamiche che guardano al post-rock. Forse poco fruibile data la durata, certamente originale e coraggioso, un po’ disco e un po’ audiolibro, è disponibile solo in free download. Provatelo: non vi costa niente.
di Emilio Giannotti" (data: 20.01.12)
"AA.VV. – La città dell’amore (2011)
Ci sono idee e ispirazioni, a volte, talmente semplici da risultare invidiabilmente geniali. È il caso del progetto musicale di Alessandro Longo, musicista veneto e, più precisamente, veronese.
Il concetto attorno a cui ruota il disegno artistico intitolato La città dell’amore è davvero ingegnoso: in tempi di nauseanti processi mediatici e gogne telematiche, Longo ha trovato il modo di trasformare la cronaca nera in arte, dando vita a un reading inquietantemente originale.
Otto diverse voci (fra le più riconoscibili, quella di Gianluca Giusti e Michele Altobelli) per otto articoli di cronaca selezionati fra quelli presenti nell’archivio online del giornale cittadino veronese e, a servire il tutto, magnifiche e angoscianti atmosfere cupe e foschie dalle influenze post-punk.
Il risultato è sconvolgente: frutto di un evidente studio meticoloso sui suoni e le voci, l’album ottenuto riesce imprevedibilmente ad indagare sulla natura umana attraverso la musica. Magistralmente, infatti, a seconda dei casi, le basi si sostituiscono per immediatezza alle parole (un esempio ne è la terza traccia che risolve la schizofrenia dell’omicida in caotici vortici sonori) oppure si assopiscono e sostengono lievemente il reading per dar spazio alla cronaca, non sempre “canonica” (fa sorridere il caso del quarto pezzo in cui l’articolista polemizza con La vita in diretta per non aver concesso abbastanza spazio all’evento di cui scrive e, invece, si congratula con Emilio Fede per averlo anteposto nel tg alle notizie riguardanti Forza Italia).
In breve, l’ascolto de La città dell’amore diviene, quindi, anche un mezzo per solleticare lo spirito critico dell’individuo abituato al sempre più pressante bombardamento mediatico quotidiano riguardante fatti di sangue, bombardamento che fa leva sull’amore per l’audience più che su quello per la cronaca.
Un plauso a tutti i partecipanti al lavoro è più che dovuto, insomma: per la capacità di interpretazione e la malleabilità ai lettori e per l’intuitività e l’arte creativa al bravo Longo, autore ed esecutore peraltro di tutte le musiche.
Annachiara Casimo"
LINK ARTICOLO
LINKCREDULO
(data: 18.11.11)
Nel 2011 il San Valentino al Malacarne è stato particolare: Alessandro Longo ha presentato il suo progetto La città dell’amore. L’idea semplice ma geniale – quelle cose tipo: «chissà perché non c’ha mai pensato nessuno» – consiste nel prendere articoli dal quotidiano locale L’Arena di Verona e musicarli. Alessandro ha curato il progetto, scritto le musiche e scelto 8 voci – Elena Sauro, Gianluca Giusti, Michele Altobelli, Jonathan Zenti, Luca Zevio, Franco Manzini, Gianmarco Mercati e Cristina Guardini – per altrettanti pezzi di cronaca veronese. Poiché riunire tutte le persone coinvolte era praticamente impossibile, il progetto è stato presentato proiettando un video introdotto da un breve intervento di Alessandro e dalla lettura di un articolo che parlava della festa di San Valentino al Circolo Ufficiali di Castelvecchio da parte di Cristina Guardini. Gli articoli scelti risultano un po’ assurdi e surreali, troppo al di là del semplice riportare una notizia. Così al di là da strappare qualche risata dal pubblico. Il video e le musiche sono disponibili in free download al sito dell’etichetta Manzanilla.
LEGGI SUL BLOG: DEATH VALLEY '69 (data: 20.02.11)
articolo da L'Arena di Sabato 19 Febbraio 2011
"SPETTACOLI, pagina 59
CIRCOLO MALACARNE. Letture e canzoni per svelare la Verona che emerge dalla cronaca nera degli ultimi anni
La faccia più oscura della «Città dell'amore»
Tra musiche new wave, rock e post-punk emergono tutte le contraddizioni di chi scrive e di chi legge
La presentazione del progetto «La città dell´amore» FOTO BRENZONI
Verona non è solo la città degli innamorati e del mito di Giulietta e Romeo. C'è un'altra realtà che emerge dalla cronaca nera, nerissima e sanguinaria degli ultimi anni e non solo. A gettare una luce nuova, contraddittoria e affascinante, su questo dualismo, è stata la presentazione del progetto La città dell'amore, al circolo Malacarne, con una serie di narratori/cantanti come Elena Sauro, Michele Altobelli di Radio Popolare, il documentarista di “Suoniquotidiani” Jonathan Zenti, Luca Zevio dei Farabrutto, Franco Manzini dei Regina Mab, Gianmarco Mercati degli UACS e Cristina Guardini dei Me and the Devils.
«Non volevamo andare contro “Verona in love” o la festa di San Valentino», ci spiega Alessandro Longo, ideatore del progetto e autore di tutte le musiche. «Ma ci interessa creare un controcanto dell'esistente. Affiancando la lettura/declamazione di articoli di cronaca nera a musiche ispirate a queste stesse notizie (suonate e prodotte tutte dallo stesso Longo, ndr), volevamo rilevare la dinamica del lettore di fatti così tragici e lasciar fare all'ascoltatore».
La città dell'amore è in effetti un ascolto sconvolgente che mette in risalto, grazie a musiche oscure e ossessive, tra new wave, rock e post-punk, tutte le contraddizioni di chi scrive ma anche di chi legge. Ci sono riflessioni paradossali, omelie grottesche, commenti fuori luogo e sequenze di parole scontate: tutte cose che, svelate dalla musica stile Massimo Volume/Mogwai/Luci della Centrale Elettrica, stridono in maniera insopportabile con il fatto di sangue e di violenza che vorrebbero stigmatizzare o semplicemente raccontare.
«La città dell'amore», è ancora Longo a parlare, «è una reinterpretazione problematica della realtà affidata alle forme espressive (oltre alla musica, è stato curato anche un lungo video), ma non è un documento, quanto una riflessione sulle dinamiche della scrittura, da parte del giornalista, e della lettura, da parte del pubblico».
Da sottolineare lo sforzo produttivo nell'unire così tante personalità della scena veronese.
«Una collaborazione proficua che però non finisce. Porteremo lo spettacolo in altri circoli e associazioni. Nei prossimi giorni lasceremo per le strade della città una chiavetta usb rossa, a forma di cuore, con i file musicali dell'album, distribuito digitalmente, e gratuitamente, dall'etichetta Manzanilla». G.BR."
ARTICOLO IN PDF
ARTICOLO IN JPG (data: 19.02.11)
Per la premiata trasmissione Gran Spolvero! su Radio Città del capo Bologna,
I'intervista radiofonica del 23/02/2011, in studio Gianluca Giusti e Michele Orvieti, in collegamente Alessandro Longo.
Radio Città del Capo
GRAN SPOLVERO!
ASCOLTA IN MP3 (data: 27.02.11)
da l'Arena Lunedì 14 Febbraio 2011 SPETTACOLI, pagina 60
"CIRCOLO MALACARNE.
Un progetto multilivello nell'appuntamento di stasera
LA CRONACA NERA SUL PALCOSCENICO
Giornalismo, canzoni e videoarte nel disco «La città dell'amore» che racconta Verona
Otto casi di cronaca nera, otto canzoni, otto voci, una città. È La città dell'amore, il disco pubblicato dall'etichetta Manzanilla che sarà presentato stasera (alle 21.30) al circolo culturale Malacarne, in via San Vitale, con un concerto a ingresso libero.
Si tratta di progetto multilivello - musica, giornalismo, videoarte - che prevede la lettura / declamazione/ recitazione di una serie di articoli di cronaca nera, avvenuti nel Veronese, su musiche originali. L'idea, la composizione e la produzione delle musiche sono di Aleksander Von Lounginen alias Alessandro Longo. Alle registrazioni hanno partecipato otto diverse voci: quelle di Elena Sauro, Gianluca Giusti dei Mariposa, Michele Altobelli di Radio Popolare, del documentarista Jonathan Zenti, di Luca Zevio dei Farabrutto, Franco Manzini dei Regina Mab, Gianmarco Mercati degli Ultimo Attuale Corpo Sonoro e di Cristina Guardini della band Me And The Devils.
«L'adesione alle fonti è stringente, senza aggiunta di alcun tipo di commento verbale», scrive l'etichetta Manzanilla nella presentazione del disco, scaricabile gratuitamente dal sito www.manzanilla.it/cda.
«Nell'arco di un'ora, ciascuna vicenda viene resa all'ascoltatore secondo l'interpretazione scelta dallo speaker, di volta in volta in linea o in contrasto con il registro adottato dal giornalista: il senso del macabro, l'attinenza ad uno scenario di prove scientifiche, la descrizione del clima emotivo di famigliari e conoscenti delle vittime, la raccolta delle opinioni a caldo dei passanti, il responso ufficiale delle autorità pubbliche, il suggello spirituale degli esponenti religiosi al momento del rito funebre».
Per orientarci, siamo dalle parti dei Massimo Volume e degli Offlaga Disco Pax, ma qui la cronaca nera si fa materia incandescente di un rock post-punk straziante, onirico, incalzante, tra Cure, Depeche Mode, Fugazi e Sonic Youth, con derive ambient ed elettroniche. Un'opera d'arte ferocemente attuale. Per cercare di capire la realtà che ci circonda. G.BR."
ARTICOLO IN PDF
ARTICOLO IN JPG (data: 14.02.11)
Un cd tra cronaca e musica
Domenica 13 Febbraio 2011 SPETTACOLI, pagina 60
Un progetto unico: un disco che mescola cronaca nera e musica, in un corto circuito di alto livello culturale. È “La città dell'amore”, il cd che verrà presentato domani (alle 21, ingresso libero) al circolo/associazione Malacarne, in via San Vitale.
È un progetto di lettura di articoli di cronaca nera veronese su musiche originali di Sandro Longo. Alle registrazioni hanno partecipato otto diverse voci come Mercati degli UACS (nella foto, il vocalist Gianmarco Mercati) Zevio dei Farabrutto e Manzini dei Regina Mab) solo per citarne alcune.G. BR.
ARTICOLO IN PDF
ARTICOLO IN JPG (data: 13.02.11)
Per Radio Popolare Verona, intervista in studio su La città dell'amore.
Conduce Michele Altobelli, intervistato il curatore del progetto, Alessandro Longo.
ASCOLTA IN MP3
ASCOLTA SU YOUTUBE (data: 13.02.11)